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Gli opliti e l’epoca delle città stato – Masterclass

Figurino: Masterclass Serie Deja Vu – 54 mm
Testo e pittura di: David Hernanz Caldevilla

Durante i secoli VII a.c. e IV a.c. la Grecia si divise in tanti piccole città stato che si facevano la guerra tra loro. Questo periodo era caratterizzata anche per le incursioni persiane e per la lotta fratricida tra Atene e Sparta, le due più grandi città-stato.

Grazia a due grandissimi storici dell’epoca come Erodoto e Tucídide si sono conservate gran parte delle notizie che oggi si conoscono a proposito di questa polverizzazione della Grecia.

Erodoto contemporaneo del periodo delle incursioni persiane su Atene, e Tucídide che partecipò alla guerra tra Atene e Sparta. Tutte le fonti sono confermate da successivi ritrovamenti archeologici che attestano l’attendibilità degli scritti e la turbolenza del periodo.

La formazione da combattimento greca: La Falange

Durante il VII secolo a.C. se produsse una rivoluzione nel metodo greco di combattere, abbandonando la lotta disordinata tipica dell’epoca eroica per adottare un sistema estremamente disciplinato ed efficace cono-

sciuto con il nome di Falange. Questo sistema si basava in un blocco di soldati schierati in varie file, solitamente otto, in modo tale che quando un uomo cadeva era immediatamente rimpiazzato da colui che era schierato nella fila subito dietro mantenendo così la prima fila sempre compatta con tutti i suoi componenti. La distanza tra i componenti di ogni fila era da circa un metro e mezzo a due metri quando marciavano in formazione aperta, serrando fino alla metà dello spazio durante la formazione di combattimento.

Questi nuovi combattenti verranno poi chiamati Opliti o “Uomini corazzati”, il loro equipaggiamento era formato da un elmo, una corazza, e gambali di bronzo, così come di bronzo era la loro lunga lancia da carica e la spada corta. Durante l’epoca dell’invasione persiana la corazza di bronzo venne sostituita da un’altra di cuoio.
Facevano parte di questo esercito tutti gli uomini dai 17 ai 59 anni, questi soldati appartenevano a famiglie benestanti visto che erano le uniche a potersi permettere l’acquisto dell’equipaggiamento militare necessario. Nel caso in cui un soldato cadeva in combattimento, lo stato si faceva carico di far rifondere all’erede primogenito l’equipaggiamento del caduto.

L’equipaggiamento dell’oplita

Lo scudo


Al giorno d’oggi conosciamo abbastanza bene come erano fatti gli scudi degli opliti grazie ai scavi realizzati ad Olimpia. Si sono trovate offerte con scudi che avevano delle iscrizioni dedicate al tempio, alcuni di questi scudi ritrovati avevano tutta la parte frontale rivestita di bronzo, mentre altri avevano solamente il bordo rivestito.

L’anima dello scudo era di legno e era rivestita con una bordatura di bronzo e con pelle di bue. L’uso dello scudo nella formazione della falange si limitava alla protezione del fianco

indifeso del compagno permettendo ad ogni uomo di concentrarsi nel lato da proteggere, nasceva in questo modo un legame fiduciario e di collaborazione assoluta tra i vari membri della falange.

Uno dei migliori esemplari di scudo greco si trova nei Musei Vaticani, risale alla fine del V secolo a.C., è di legno, con una bordatura completa de bronzo, mentre la superficie dello scudo è di cuoio fine.

Tra i disegni e i motivi abituali di abbellimento dello scudo troviamo gambe dipinte in forma elicoidale,ancore, animali o soggetti mitologici. Questi disegni furono rimpiazzati alla fine del V secolo a.C. da delle lettere che rappresentavano la città di origine dell’oplita.

L’elmo


Nel nostro caso in particolare l’elmo utilizzato è del tipo Corinto, è quello maggiormente utilizzato in tutta la Grecia, copriva completamente il volto del soldato lasciando solo l’apertura degli occhi. La sua introduzione si ebbe nel VIII secolo a.C. e subì varie evoluzioni fino a tutto il V secolo a.C. quando venne sostituito dal modello conosciuto come elmo etrusco-corinto.

  

Lancia e spada

In quanto alla lanci utilizzata, direi che era l’arma principale dell’oplita, ed era mediamente lunga dai 2 ai 3 metri. In numerosi scavi si sono ritrovate disegni con lance con la punta a forma di foglia, così come nella più tradizionale versione avente il punzone posteriore in bronzo. La spada era corta a forma di foglia lunga circa 60 cm ed era conosciuta come “Kopis”.

             

La pittura del figurino

Il soggetto presentato in questo articolo appartiene al catalogo della Masterclass Serie Dejà Vu ed è stato scolpito dal sempre magnifico Adriano Laruccia. Basta richiamare questo nome per aver la massima sicurezza sulla qualità della scultura, una posa azzeccatissima e la realizzazione della parte anatomica (in particolare la muscolatura) davvero di primissimo ordine. Per tornare sulla posa, debbo dire che la trovo praticamente perfetta e molto”classica” come su compete ad un soggetto di quest’epoca, potendosi realizzare anche in numerose varianti pittoriche. Non conoscevo questo figurino prima di vederlo in un articolo di Eurofiguras dipinta da Aaron Hardy Tempest con il suo particolare stile di pittura.

Così, se devo essere sincero, ne rimasi colpito e me ne innamorai al punto di approfittare delle imminenti festività natalizie per regalarmene una scatola ed iniziare a dipingerlo.
Disgraziatamente il montaggio del pezzo fu un pochino complicato, così come ebbe a commentare anche Aaron, specialmente per via delle linee di fusione.

Nota del produttore: Il pezzo prima in catalogo Emi è stato inserito nel catalogo Masterclass procedendo immediatamente al ristampaggio dei master, così da ripristinare le fusioni al massimo livello di qualità.

Inizio a lavorare il pezzo partendo dall’incarnato, utilizzando come base “Marron Sabbia” con un po di “Cavalry Brown”, per le luci ho utilizzato “Rosso Beige” e “Carne Dorada”, utilizzando un po di “Carne Base” per le ultime luci. Le ombre sono state realizzate con “Terra Mate” e “Marron Mate”. Ho successivamente applicato delle velature nelle zone di massima ombra utilizzando “tinta mogano” (ho scelto questo colore sebbene sia tendenzialmente trasparente) miscelato con il “Rosa Antico” come colore intermedio tra le zone d’ombra e quelle di luce.

Una volta terminata questa fase ho iniziato a dipingere la protezione pettorale che in questo caso era di tela e per la quale ho deciso di usare l’azzurro chiaro che ha reso molto bene l’effetto tessuto. Questo colore è stato ottenuto utilizzando “Azzuro base” AC54 dell’Andrea con “Azzurro Tiza” della Serie Vallejo Film colore B67 e “Azzurro Unión” AC21 anche questo dell’Andrea. Per le luci ho aggiunto ancora dell’ “Azzzurro Tiza” + “Marrón Cubierta” e un po di “Bianco” come ultima luce. Per le ombre, ho aggiunto alla base dell’”Azzurro Base” e “Nero” AC26 anche questo dell’Andrea.

Dettaglio dell’armatura

Per le protezioni delle spalle ho deciso per un colore marrone cuoio ottenuto mescolando “Marrón Chocolate” con un po di “Viola”. Le luci le ho realizzate applicando dell’”Arancione Intenso” e le ombre aggiungendo alla base ancora “Viola” e “Nero” 950 della Vallejo. Una parte importante a cui ho dedicato una buona quantità di tempo è quella dell’elmo e delle protezioni in bronzo. Per la base ho mescolato il colore di metallo dorato con “Terra Mate” dell’Humbrol (29) e “Nero Mate” sempre dell’Humbrol (33). Successivamente ho ombreggiato con una base di “Siena Brunita” e “Nero” entrambi ad olio, e una volta asciutto, nel giro di una giornata, ho applicato in forma più attenuata, gli stessi colori acrilici della Vallejo. Per terminare ho lumeggiato alcune zone con un po di oro intinto direttamente dal barattolo e successivamente ho sfumato queste luci con le zone d’ombra con un po di “Sombra Tostada” acrílico della Vallejo.

Per la tunica ho deciso di utilizzare uno dei los colori che più temo dal punto di vista della riproduzione pittorica, il bianco. La base la realizzo con “Marron Cubierta”, “Rosa Antico”, “Uniforme Inglese” e un po di “Nero”. Le luci le ottengo aggiungendo del “Marrón Cubierta”, “Gris Argento” e un po di “Giallo Chiaro” per le últime luci (credo, se non mi sbaglio di aver avuto la “formula” di questo colore da Román Navarro durante l’edizione di Soldat de Plom del 2004, ¡Grazie Román! ). Le ombre ho solo aggiunto del nero aggiunto sotto forma di velatura molto controllata.

E questo è tutto!! spero che questo articolo vi sia piaciuto, e se non avete già acquistato questo figurini, FATELO; ve lo consiglio caldamente.

Hasta la próxima!!!!!

Quadro dei Colori

ELEMENTO BASE LUCES SOMBRAS
INCARNATO Arena Marrón + Cavalry Brown 1ª Luce Base + Rojo Beige.
2ª Luce: Añadiendo Carne Dorada.
3ª Luce: Añadiendo Carne Clara.
Per la prima ombra, Tierra Mate e Marrón Mate, e per la seconda, applicare velature con Madera Caoba.
Applicare Rosa Antiguo come tono intermedio tra le zone di luce e quelle d’ombra.
PROTEZIONE PETTORALE Azul Basico AC54 + Azul Tiza Film color B67 + Azul Unión AC21 1º Luce: Base + Azul Tiza.
2ª Luce: 1ª + Marrón Cubierta.
3ª Luce: 2ª + Blanco.
Base + Azul Basico + Negro Mate AC26.
OMBRE Marrón Chocolote + Violeta Base + Naranja Intenso Violeta + Negro
BRONZO DELL’ELMO E DELLE PROTEZIONI Tinta de Imprenta Dorada + Tierra Mate dell’ humbrol (29) + Negro Mate sempre dell’Humbrol (33) Tinta de Imprenta Dorada Ombreggiare con una base di Siena Tostada y Negro ad olio
VESTE Marrón Cubierta + Rosa Antiguo + Unif. Inglés + Negro Base + Marrón Cubierta, + Gris Plateado e un po de Amarillo Hielo come ultima luce . Base + Negro

Testo e pittura del figurino di: David Hernanz Caldevilla

Traduzione ed integrazioni iconografiche di: Franco Carcione