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Cacciatore della guardia Imperiale – Masterclass

La Guardia Consolare fu istituita nel 2 dicembre 1799 da Napoleone stesso come corpo d’élite, essa includeva squadroni di cavalleria leggera, granatieri a cavallo e fanteria (tra cacciatori granatieri, veliti, ecc.). Inizialmente comprendeva uno squadrone formato da due compagnie.
Il corpo dei cacciatori era il più vicino alla persona del primo console tanto che non di rado era eletto a scorta personale. Dal 1799 al 1804 gli squadroni vennero portati da uno a quattro fino a quando, nel 1804, presero il nome di Cacciatori della Guardia Imperiale.

L’uniforme era in panno verde, confezionata con alamari aurora per la truppa e dorati per gli ufficiali. Era composta da un’alta uniforme usata nelle parate, comprendente un dolman decorato con file di alamari orizzontali separati da bottoni semi sferici in metallo, e una pelisse rossa da indossare sul dolman, adornata sulle maniche e sul colletto da una pelliccia.Indossavano dei pantaloni all ungherese detti “culotte” e dei stivali in cuoio.
L’alta uniforme invernale era dotata di pantaloni lunghi che coprivano gli stivali e con rinforzi di cuoio nella parte interna e con una fila di bottoni sulle bande laterali. Per copricapo usavano un colbacco in pelliccia ornato da un panno rosso applicato sulla parte superiore. Come ornamento veniva usato anche un piumetto verde con la punta di colore rosso alla cui base veniva collocata una coccarda tricolore; nella tenuta invernale però il piumetto era arrotolato in un pezzo di tela cerata. Nel corredo vi era anche un abito per la piccola tenuta di servizio con code lunghe detto “habit”, sempre in panno verde con colletto verde e paramani rossi. Poteva essere indossato con il colbacco o con il bonnet (bustina in panno dello stesso colore dell’uniforme solitamente ripiegata nelle falde) per il servizio, con il bicorno o feluca per la libera uscita.
Il nostro modello ritrae esattamente quest’ultima versione; personalmente la trovo molto accattivante, facilmente modificabile in altre versioni, come ad esempio un trombettiere dello stesso corpo, con abito celeste, bicorno nero o colbacco bianco, quest’ultimo assai raro anche se l’iconografia conosciuta lo ritrae spesso in colbacco bianco.

Per rimanere nella guardia imperiale si potrebbe trasformare il pezzo in un altro soggetto attraente da realizzare, un artigliere, e ciò solo cambiando il colore da verde in blu scuro, con alamari rossi per la truppa e dorati per gli ufficiali.
L’abito della guardia aveva le tasche posteriori verticali, alcuni invece le avevano orizzontali. La caratteristica delle tasche verticali era comune anche ad altre specialità in questa tenuta, e proprio per questo motivo si potrebbero facilmente ritrarre cambiando quasi esclusivamente il colore distintivo.
Personalmente ho dipinto questo pezzo con piacere, essendo un grande appassionato napoleonico, e devo riscontrare che si tratta di una buona fusione, fornita di un dettaglio non comune che il bravo Stefano sa scolpire nei suoi pezzi in 90 mm.
Dopo aver pulito il pezzo dalle linee di fusione, e averlo lavato con detersivo per stoviglie al fine di togliere il grasso della fusione, ho passato sul pezzo una mano di cementite Questo prodotto è di colore bianco ed è piuttosto poroso e ciò aiuta molto, chi come me dipinge ad olio, a far assorbire anche minime quantità di colore. Dopo aver fatto asciugare il fondo di cementite, passo le prime mani di base ad humbrol (dello stesso colore che devo poi dipingere) per aumentare il potere coprente dei colori ad olio.
Consiglio di usare sempre poco colore sul pennello per riuscire a realizzare buone sfumature e per essere sicuri e padroni delle pennellate.
Spero che questi pochi e semplici consigli vi abbiano stimolato ad approfondire l’affascinante mondo napoleonico e aiutato nell’uso dei colori.

Buon Divertimento
Davide Chiarabella