Soggetto Masterclass cod. MCF54024
Parte storica: Paolo Di Marco
Parte tecnica: Franco Carcione e Davide Chiarabella
iuttosto dinamico e “aggressivo“ questo guerriero celta, lanciato in uno di quei furiosi assalti per cui questo popolo era celebre.
Di aspetto fiero, con corporatura robusta ma agile per il continuo esercizio, i Celti amavano misurarsi in combattimento. Spesso un duello fra i capi o i migliori guerrieri bastava a risolvere le controversie fra diversi clan o tribù, evitando uno scontro più generale. Come segno del proprio valore, ai guerrieri piaceva esibire le teste dei nemici uccisi (spesso mummificate) legate alla sella dei cavalli o innalzate sulle lance. Ciò contribuiva ad alimentare la fama di cui godevano di combattenti feroci e spietati e intimidiva gli avversari sul campo di battaglia. Le loro nozioni in fatto di tattica e strategia erano invece piuttosto elementari, limitandosi in genere ad un furioso attacco accompagnato da urla bestiali, suoni di trombe e grande clamore, in cui impegnavano le loro migliori energie. Ma se con questo assalto, di certo impressionante per vigore e violenza, non riuscivano a sfondare (il che con i Romani succedeva piuttosto spesso…) e si rendeva necessario riordinare i ranghi per resistere alla pressione avversaria, le qualità di questi guerrieri andavano un po’ ridimensionate. Inoltre si faceva sentire la mancanza di un capo riconosciuto, con una visione strategica ampia e definita, tant’è vero che quando ci sarà (Vercingetorige) i Galli sapranno dare molto filo da torcere anche a un generale abile ed esperto come Giulio Cesare.
Osservando questo soggetto possiamo notare alcune caratteristiche.
I tatuaggi
I Celti amavano tingersi il corpo con l’indaco azzurro ricavato dalle radici della “Isatis tinctoria” o di bianco per apparire quasi “spettrali” e impressionare maggiormente i nemici. Allo stesso scopo i capelli venivano resi irti e sollevati sulla testa come una criniera con una mistura di creta e gesso.
Lo scudo
Presso le popolazioni mediterranee: Greci, Etruschi, Sanniti, Romani, ecc., lo scudo (in origine rotondo e di ampie dimensioni) aveva una funzione esclusivamente difensiva. Dai Celti, invece, veniva usato in modo più dinamico: non solo per proteggersi dai colpi degli avversari, ma anche per contrastarne l’azione, come pesante ed efficace corpo contundente. Nei loro assalti questi robusti guerrieri mulinavano e agitavano gli scudi con grande vigore in modo da disorientare e colpire gli avversari con l’umbone o con i bordi metallici, accrescendo la forza d’urto dell’attacco. Questo spiega perchè anche il sistema di aggancio fosse diverso, senza i due punti di tenuta propri dello scudo oplitico (maniglia per la mano e cinghia per l’avambraccio), ma forniti soltanto di una nicchia posta al centro per accogliere il pugno e favorire il brandeggio.
Lo scudo, di forma tondeggiante ovale o rettangolare, poteva essere ricoperto di pelle o tela incollate con resine o colle animali e quindi tinto o decorato con colori naturali, spesso con raffigurazioni di animali o simboli sacri a scopo propiziatorio. I colori prevalenti erano il bianco il rosso e il nero.
Abili artigiani del ferro, i Celti sono anche ritenuti gli inventori della cotta di maglia fatta con anelli di ferro intrecciati, che può essere fatta risalire al 300 a. C.
Il coltello
L’uomo porta al fianco un coltello, arma a un solo tagliente da usare per gli scontri ravvicinati, da affiancare alla lunga spada sistemata sulla schiena e all’ascia dalla violenza devastante.
Per consentire maggior libertà di movimento, il fodero della spada era dotato di un sistema di sospensione che poteva essere fatto con anelli di ferro o da una cintura di cuoio. Il fodero, in un primo di cuoio, legno o bronzo, successivamente, almeno per i guerrieri di rango superiore, era in ferro o bronzo smaltato o decorato a sbalzo con grande fantasia e abilità e fungeva da vero e proprio status symbol.
La pittura del figurino
Dipingere il figurino è stato davvero divertente, la posizione aggressiva del soggetto e la possibilità di sbizzarirsi nella realizzazione dei tatuaggi tipici di queste popolazioni hanno reso il lavoro davvero piacevole.
Vediamo di andare per gradi:
Una volta pulito il pezzo (operazione abbastanza semplice in quanto il pezzo risulta abbastanza pulito e privo di particolari linee di fusione), ho provveduto ad applicare un primer bianco (io uso il Tamyia, ma non c’è alcun motivo particolare per pre4ferirlo ad altri primer o basi opache applicate ad aerografo).
Assemblo il pezzo in tutte quelle parti che mi concedono di esser dipinte dopo l’assemblaggio, in questo caso braccia e testa, ma non il mantello che va dipinto a parte ed applicato in un secondo momento.
Per non dilungarmi troppo sulle tradizionali tecniche di pittura vi fornisco solo le miscele scelte per le varie componenti del figurino e mi soffermo solo su un paio di cose a mio giudizio interessanti e particolari come i tatuaggi e l’effetto di testurizzazione dello scudo.
Come potete notare dalle foto del pezzo prime rizzato, la scatola contiene due soluzioni di scudo da applicare al soggetto secondo le preferenze.
La pittura di questo figurino è stata realizzato con i colori ad olio della Windsor & Newton e le miscele scelte sono state le seguenti:
Incarnato
Base
Terra di Siena Bruciata + Ocra Gialla + Bianco
Prime luci
Base + Carnacino
Il Carnacino è stato riprodotto con una miscela di Bianco + Arancione
Seconde luci
Aumento il pigmento bianco da miscelare con la base
Prime ombre
Terra di Siena Bruciata
Seconde ombre
Terra d’Ombra Naturale + Verde scuro
Capelli
Base Marrone + Ocra Gialla + Rosso Cadmio
Luci
Base + Carnacino
Ombre
Base + Terra di Siena Maturale
Pantaloni
Base
Giallo Cadmio + Blu Ceruleo + Blu Black
Prime luci
Base + Ocra gialla
Seconde luci
Base + Carnacino chiaro
Prime e seconde ombre
Base + Blu Black
Mantello
Il mantello in realtà è stato pensato come la somma di tante pezze di pelle di animali anche diversi cucite assieme, quindi, con un effetto ottico multicolore dato da toni di cuoio e pelle diversa una dall’altra.
Ho quindi usato per le varie pezze diverse tonalità di marrone che sono state schiarite di volta in volta con l’applicazione di velature di ocra gialla a diverse intensità, e scurite con velature a diversa intensità di Blu.
I tatuaggi
I tatuaggi sono stati realizzato solo dopo aver accuratamente ricercato alcuni riferimenti iconografici o tavole, nella speranza di aver attinto a lavori e documenti quanto meno probabili se non proprio storicamente attendibili.
I decori sono stati effettuati con il blu cobalto parzialmente lumeggiato solo nelle parti di maggior sporgenza del corpo.
Lo scudo
Base
Marrone chiaro
A base asciutta o provveduto a realizzare l’effetto testurizzato.
La testurizzazione si realizza effettuando simultaneamente almeno due lavaggi di due o più toni di marrone diversi (dal chiaro allo scuro); sulla base liquida applicata non ancora asciutta ho iniziato a picchiettare la superficie facendo emergere dei puntini di color marrone tra loro sempre diverse.
La picchiettatura è stata realizzata con l’azione perpendicolare di un pennello asciutto a setole rigide.
Per finire il lavoro di testurizzazione ho realizzato delle velature applicando con pennello perfettamente asciutto sfumature con toni di ocra o marrone chiaro e scuro.
Componenti accessori
Per i vari dettagli quali mocassini, armi (spade asce pugnali), collari, fibbie, cinghie ecc… ho usato i tradizionali effetti cuoio o metallici tradizionalmente utilizzati (metalli a smalto con lavature a olio)
Basetta
Il figurino non richiede moltissimo spazio per poter essere ambientato; personalmente ho fatto ricorso ad una basetta della linea Classic della Masterclass (la piccola 4,5 x 4,5) disponibile e presente a catalogo da anni.
L’ambientazione è stata semplice, una base di stucco l’applicazione di alcuni sassolini e un ramo messo di traverso (visto che il figurino è molto dinamico si presta ad esser posto in fase di salto di un ostacolo basso), l’applicazione di un po di erba e vegetazione radente assieme alla coloritura del tutto hanno fatto il resto.
Nel mio caso mi sono preso la libertà di mettere anche una piccola pozzanghera sulla strada del nostro prode guerriero celta, realizzata con della sostanza resinosa monocomponente applicata a leggeri strati che simula l’acqua (io in questo caso ho usato la resina del Dott. Toffoli.
Appendice
Una piccola ma efficace variante può esser realizzata anche su questo pezzo.
Per coloro che volessero anche minimamente rendere unico la propria realizzazione consigliamo di intervenire con un piccolo ritocco sul viso; è sufficiente “far crescere una discreta barbetta” al nostro pezzo per cambiare un po il profilo del volto del soggetto rendendolo unico ed originale.
La barba la realizzaziamo con un pochino di stucco bi componente Magic Scult e tanta pazienza – andando a vedere quante più foto originali di soggetti barbuti – il top lo abbiamo andando a vedere le foto dei re-enachtors in azione presenti su molte riviste del settore.
Auguri e buon divertimento!!