Durante la Prima Guerra Mondiale, nacquero e si svilupparono i primi reparti motorizzati, destinati ai rifornimenti, trasferimenti e logistica delle truppe al fronte. In quel contesto trovarono una collocazione significativa e determinante i primi autocarri, che rappresentarono una svolta nelle operazioni belliche.
Tra questi troviamo l’autocarro SCAT da 2000 kg che andremo a descrivere durante le varie fasi di costruzione.
L’autocostruzione rappresenta sicuramente un settore del modellismo veramente affascinante. Questo perché, durante l’evoluzione del modello giorno dopo giorno, ci si rende conto di quanto questo diventi appassionante, oltre agli stimoli che ne derivano per raggiungere il completamento del modello stesso.
L’autocarro SCAT è stata per me la prima vera autocostruzione, per cui non nego di avere incontrato diversi ostacoli, risolti comunque con determinazione e fantasia. Ho iniziato il lavoro basandomi su un disegno del mezzo in scala 1:35.
La tavola le tre viste dei camion. Che sono servite per stabilire le misure di base del telaio e di tutti gli altri particolari.
Per quanto riguarda i materiali, ho adoperato prevalentemente fogli di plasticard da 0,5 mm a 1 mm, e listelli di vari spessori da 1/2/4/6 mm sempre in plasticare mentre per riprodurre alcuni dettagli ho utilizzato lamine di ottone da 0,5 mm di spessore.
La costruzione
La prima fase riguarda il telaio, sul quale si svilupperà il modello. Questo passaggio è stato determinante per la buona riuscita del lavoro. Per ottenere la perfetta angolazione dei listelli di plasticard ho adoperato una squadretta metallica a 90°. Costruito il telaio, ho realizzato gli assali delle balestre e del differenziale. A questo punto ho assemblato le ruote, fondamentali in questo caso per ottenere un effetto finale veramente realistico.
In questo caso la fantasia ha giocato un ruolo importante, infatti per ottenere il cerchione interno ho tagliato una siringa di plastica da 10 cc. Questo sistema mi ha permesso così di procurarmi con poca spesa una base per costruire le ruote anteriori e posteriori binate. Per realizzare i raggi e i mozzi, ho impiegato rispettivamente dei tondino da 1 mm e da 0,5 mm in plasticard. Dopo aver tagliato i raggi nella giusta misura, li ho incollati al mozzo inserendoli all’ interno della ruota. I pneumatici sono stati realizzati con guarnizioni di gomma rigida.
Successivamente ho iniziato la costruzione della struttura dell’ autocarro iniziando dal vano anteriore, e precisamente dal radiatore( recuperato ed adattato da un vecchio kit). Le coperture laterali ed infine il cofano motor realizzato in ottone. Anche il posto guida è stato auto costruito con plasticare di varie forme e misure, mentre il sedile completo di schienale è stato riprodotto modellando ilo Milliput. Per completare il lavoro, ho costruito la cappottina fissata su di un telaio suddiviso in tre parti collegate tra loro. La copertura è stata ottenuta sagomando un foglio di stagno da 0,2 mm di spessore, incollato poi al telaio in ottone con colla ciano acrilica.
Autocostruito, sempre in plasticare il cassone posteriore e l’intelaiatura per il sostegno dl telaio con tondino di ottone da 1 mm. Il tutto è stato collocato nell’autocarro, controllandone la giusta posiziona tura. Ho fissato i due parafanghi anteriori, realizzati con piattina di ottone molto sottile levigata ed arrotondata.
VERNICIATURA ED INVECCHIAMENTO
Prima di iniziare la verniciatura del modello, ho applicato su tutte le sue superfici una mano di Primer della Tamiya, al fine di evitare problemi circa la diversità dei materiali impiegati. Dopo aver atteso 48 ore, ho iniziato le fasi di finitura.
La parte superiore del mezzo è stata verniciata ad aerografo con smalto Humbroll Matt 155, mentre quella inferiore con smalto Matt 29 per simulare la sporca tura. L’enfasi finale è stata ricreata in due fasi, la prima passando sulle superfici più ampie un Olive Drab della Testor, la seconda evidenziando le parti in risalto con una miscela di smalto Matt 179, più una parte di giallo.
Dopo avere atteso qualche giorno ho effettuato un lavaggio con miscela di colori ad olio formata da tre colori: Nero, Burt Humber e Raw Humber.
A questo punto ho terminato l’assemblaggio del modello montando le coperture sui cerchioni, la cappottina sul posto di guida ed il telo arrotolato sopra il cassone.
In poche parole ho cercato di spiegare il lavoro di molte settimane, descrivendo le fasi più importanti della costruzione del modello, in quanto non mi è stato possibile spiegare tutto. Sicuramente questo articolo servirà come base di partenza per tutti coloro che vorranno cimentarsi in un lavoro di questo tipo.
Dopo questa bella esperienza di una cosa sono certo, mai pensare che nel modellismo sia impossibile raggiungere certi obiettivi: tutto è possibile, basta volerlo con pazienza e determinazione.
Testo e modello di Francesco Gussoni
Foto Gian Luca Cocchi e Francesco Gussoni