Tatanka Iyotanka – Sitting Bull – Toro Seduto
Il figurino (scolpito da Laruccia per la EMI) è di straordinaria bellezza.
Il leader Sioux è ritratto nell’età matura, e la scultura riesce a trasmettere la grande forza ed il grande carattere propri di questo personaggio.
Tatanka Iyotanka, Toro Seduto, fu allo stesso tempo un grande guerriero ed una saggia guida spirituale per il suo popolo, i Sioux Hunkpapa Lacota.
Le sue vicende sono naturalmente legate alla lotta del popolo indiano con il governo e l’esercito americani. Nato intorno al 1831 divenne, nel 1868, capo della nazione Sioux.
In quegli anni i Sioux si videro costretti a difendere le loro terre, le attuali Black Hills nel South Dakota, molto ricche in oro, dall’invasione dei cercatori di pepite.
L’invasione continuò anche dopo che le Black Hills vennero dichiarate territorio indiano (trattato di Fort Laramie). L’alleanza dei Sioux con altre tribù non li salvò da un destino ormai segnato (nonostante la vittoria di Little Big Horn sul 7° cavalleggeri del generale Custer) e l’arrivo di migliaia di soldati li costrinse presto alla resa.
Toro Seduto prima fuggì in Canada ma poi dovette arrendersi e trascorse due anni in prigione. Nel 1885 lavorò come intrattenitore nel Buffalo Bill’s Wild West dovè però non resistette a lungo, sdegnato dal modo di vivere dei bianchi.
Tornò nelle sue terre dove morì il 15 dicembre 1890 durante dei disordini.
Prima del processo di pittura, vorrei descrivere il lavoro fatto sul copricapo.
Le piume che lo ornavano erano dotate all’estremità di ciuffi di crine di cavallo colorato uniti tramite dischi di stoffa. Per riprodurre questo dettaglio, assente nella scultura, ho utilizzato i singoli sottili fili di rame che formano i comuni cavi elettrici.
Le estremità delle piume sono state intaccate e vi ho inserito il filo di rame.
Poi con una pallina di stucco schiacciata è stato riprodotto il disco di stoffa. Il processo è stato ripetuto per ogni singola piuma del copricapo e per un paio della stola.
Passiamo ora alla fase di dipintura.
Per riprodurre un incarnato tipico delle popolazioni native americane ho utilizzato una mescola composta da Marron Cuero 940 e Rojo Beige 804 (50 e 50).
Per le luci ho progressivamente aggiunto Carne Mate 955 e per le ombre Marron Cuero 871. Lavaggi con 940 e Rojo Carmin 908 per uniformare il tutto.
Le piume sono state prima dipinte con Bianco Pergamino e la punta con nero/marrone.
Ho poi effettueto dei lavaggi con terra diluita, ed infine dry brush con pergamino sui rilievi più in luce. Le parti inferiori in ombra hanno invece subito dei lavaggi con nero + terra d’ombra.
La camicia dello scalpo, la giubba indossata solo dai personaggi più in vista ed ornata appunto con gli scalpi dei nemici e con decori fatti di perline intracciate a dare motivi geometrici di vari colori, rappresenta un altro elemento saliente della scultura.
Le parti in pelle sono state realizzate con Tierra Oscura 874 + 10% di Rojo Carmin 908. Ho aggiunto Carne Mate 955 per le luci e Marron Cuero 871 per le ombre; la parte superiore è colorata in celeste.
I decori sono stati fatti con silver grey lavato poi con dark grey diluito. Con i relativi colori sono stati poi riprodotti i diversi disegni, cercando poi con dei lavaggi del colore stesso più scuro, alternati a dry brush del colore schiarito, di dare rilievo agli stessi.
Discorso analogo per i decori della stola tenuta in mano, dei pantaloni e dei mocassini. Gli scalpi sono ottenuti con dry bruh Azul gris osc. 867 su una dase di nero + 10% 871; lavaggi con nero diluito.
Per i pantaloni e per le frangie ho scelto Azul Oxford 807 sporcato con Uniforme Inglese 921.
Luci Carne Mate ed ombre nero.
Le striscie di pelle del copricapo e delle piume sono in rosso scarlatto .
Per la ambientazione ho preferito una cosa molto semplice, vista la vivacità del pezzo e sono ricorso al solito muschio del mio giardino, colorato poi con varie tonalità di verde.
Per la scelta dei colori e dei motivi da riprodurre mi sono basato, oltre che sulla box art, su un paio di volumi della Osprey che avevo in biblioteca (MEN AT ARMS n° 163-American Plains Indians e n° 344-The Tribes of the Sioux Nation).
La ricchezza dei dettagli ha richiesto molta pazienza ma il risultato finale ripaga del tempo speso, come sempre del resto.
Con l’occasione ho poi anche riletto la storia del popolo indiano e di Toro Seduto in particolare i cui pensieri erano di assoluta profondità ed attualità: “guerriero non è colui che uccide, poiché nessuno ha il diritto di togliere la vita ad un altro essere umano, ma guerriero è colui che sacrifica se stesso per occuparsi dei più deboli, gli anziani, i malati e soprattutto i bambini, il futuro dell’umanità”.
Marco Berettoni