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Scout CHEYENNE – Masterclass

Già da piccolo, preferivo gli indiani ai cowboy e posso dire che la mia passione per gli amerindi (del nord al sud delle Americhe) non mi ha mai lasciato, al contrario, grazie alle mie letture essa non ha fatto che crescere.
In una recente occasione ho incontrato Christian PETIT che nel chiacchierando mi aveva sottolineato questo concetto: “il fatto di modificare e scolpire un figurino ti permetterà realmente di esprimere i tuoi desideri e di liberarti”
E’ sfogliando per la ennesima volta il libro di Franck Mac Carthy dove si trovano numerose tavole sugli amerindi che queste parole hanno trovato significato. Avevo appena rivisto la fotografia dello Scout Cheyenne (fotografia Mc Carthy). Ero stupefatto per la resa del vento,  per la posizione del personaggio e del suo cavallo. Ho avuto voglia di riprodurre questa tavola in tre dimensioni e per realizzarla occorreva che mi lanciassi in una méga modifica. Ne non avevo mai fatto prima. Sarebbe stata dunque una grande prima volta.

Bene ora come fare?
Come premessa, tengo a scusarmi con i lettori ma prima di iniziare non avevo pensato alla realizzazione di un articolo , dunque potremo contare solo su poche fotografie dei lavori in corso.
In primo luogo il cavallo. Nessun problema, la gamma Historex offre un’ampia gamma di possibilità.
Mi è stato necessario fare scomparire le briglie, modellate con la testa del cavallo.
Ho in seguito montato l’insieme senza applicare la criniera e la coda fornite con il cavallo.
Le ho sostituite realizzandone di nuove in Duro, con un aspetto più realistico, tenendo conto della direzione del vento per dare quest’effetto di movimento. Ho aggiunto una briglia versione indiana (fili di rame torti) e chiaramente, delle piume d’aquila quì e là.
Ho realizzato la copertura del cavallo in Milliput fine extra, l’ho adattata al cavallo e lasciata essiccarsi direttamente sul pezzo.

Per il cavaliere indiano la cosa era un pochino più complicata.
Fortunatamente come base di partenza mi sono procurato  un soggetto dell’Andrea che sembrava assecondare in diversi elementi le necessità del pezzo che avevo progettato. per il viso, potevo contare già su una mezza testa (viso senza la parte posteriore del cranio) con il collo (anche questa di Andrea). Ho attaccato la testa sul petto girandola leggermente. Ho in seguito lavorato di nuovo il collo ed ho scolpito un collare indiano in Duro. Sulla tavola di Mac Carthy, lo scout Cheyenne porta un copricapo in pelle di lupo che indica il suo status. Ho dunque preso il calco in plastiline di una testa di lupo dell’ Andréa (scenetta di: balla con i lupi). Ho modellato la testa con lo stucco. L’ho lavorato di nuovo con la mini fresa per riprodurre la parte di pelo della testa. Lo ho adattato ed attaccato sulla testa dell’indiano.
In seguito, al Duro, ho aggiunto i capelli e le trecce dello scout tenendo conto della direzione del vento. Sui capelli, sempre in Duro, ho completato la pelle di lupo coordinandola con gli elementi della testa del lupo tenendo conto, anche li, della direzione del vento. In ultimo, ho aggiunto le piume d’aquila. Ho cercato di dare del movimento all’insieme (sempre il vento). Ecco per la testa

Ho aggiunto la sacca  e le frecce nella parte posteriore dell’indiano ed ho realizzato la briglia in lamierino di piombo.
Le braccia.
Per quanto riguarda il braccio sinistro ne avevo già rimediato uno con una posizione che potevo adattare alle mie esigenze. Mi è stato, invece, necessario limare interamente lo scudo ed aggiungervi sopra le decorazioni (borsa medicina, piume, nastro, scalpo) tenendo conto ancora della direzione del vento.
Per il braccio destro potevo già disporre di un  braccio teso in aria. Mi occorreva solo aggiungere una mano che tenesse la famosa pelle di bisonte (come sul quadro). Elemento centrale della scenetta, non occorreva che la pelle fosse troppo grande né troppo spessa ed occorreva dare ancora una volta questa sensazione di movimento. Ho dunque lavorato la pelle di bisonte in Milliput fine extra. Mi sono in seguito occupato della sagomatura della mia pelle in Milliput  tenendo conto, ancora una volta, della direzione del vento e del movimento del braccio.
Per riprodurre esattamente la presa della mano che afferra la pelle, non ho esitato a stringere con la mia mano una pelle di camoscio per avere un’idea delle pieghe che avrei dovuto realizzare sulla riproduzione della pelle di bisonte.
Ho in seguito adattato la mia pelle in Milliput sulla mano (ho rafforzato l’insieme con un filo di ferro che attraversa la mano da parte a parte ed è “fuso” nella pelle di bisonte). L’insieme resta molto fragile ma da il senso della leggerezza.

Ed ecco!!! ho dipinto il tutto ad olio e posto l’insieme su una basetta che ho fatto appositamente realizzare. Infatti, come sulla tavola, occorreva che il pezzo fosse leggermente inclinato. Ho in seguito realizzato l’erba (metodo Bill Horan in tessuto di iuta) rispettando per la ennesima volta la direzione del vento.
Ecco  terminato!!

Ho presentato questo pezzo a Saint Vincent dove ho vinto una medaglia di bronzo. Ciò riscalda il cuore e ricompensa gli sforzi. Viva le trasformazioni!!!!

Pascal DAVID
Liberamente tratto e tradotto dal sito del Club Modellistico Lungdum di Lione