Articolo a sostegno del pezzo MASTERCLASS in 54 mm
La ricerca storica è tratta dal Cd-Rom che accompagna il pezzo nella versione “cofanetto”.
Erano le 10.30 quando iniziò la battaglia, sull’estremità settentrionale delle linee di combattimento dove l’ala sinistra di don Giovanni, guidata dal Barbarigo, impegnò l’ala destra di Alì Pascia al comando di Maometto Scirocco.
Lo scontro fu durissimo, le due galeazze veneziane, come previsto, scompaginarono con il fuoco delle artiglierie la linea delle galee ottomane.
I loro comandanti erano Ambrosio e Agostino Bragadin, fratelli di Marcantonio, così orrendamente massacrato a Famagosta, e misero il massimo impegno nell’affondare e danneggiare il naviglio nemico prima dello scontro generale.
Le galee turche, a ogni modo, cercarono di approfittare del loro pescaggio limitato per accostarsi alla riva e da li attaccare sul fianco i cristiani, che non conoscendo i fondali erano costretti a mantenersi al largo.
La manovra riuscì a sei o sette galee turche, ma grazie alla grande professionalità di Barbarigo e dei suoi veneziani, anche alcune navi cristiane riuscirono a manovrare in modo da far fronte al nemico, arrivando al punto di spingere le galee turche fin sulla battigia della spiaggia.
In questo cruentissimo scontro anche Barbarigo venne colpito a morte, quando ad un certo punto della battaglia la capitana del Barbarigo venne attaccata da 5 galee turche che lanciarono contemporaneamente una grandinata di frecce, una delle quali colpì in un occhio il comandante veneziano che, benchè ferito a morte, continuò ad incitare i suoi uomini.La contromanovra riuscì così bene che i turchi, già impegnati ad evitare il fuoco delle galeazze, si disunirono ancor di più e un altro comandante veneziano, il Querini, riuscì con le sue navi ad unirsi sulla sinistra della squadra turca e poi a manovrare in modo che l’intera ala sinistra musulmana si trovasse stretta contro la costa da una squadra cristiana che a malapena la eguagliava in numero di unità.
Più di 50 navi turche rimasero intrappolate, dopo ore e ore di battaglia furiosa lo stesso Mehemet Suluk (Maometto Scirocco) fu mortalmente ferito e catturato. Molti marinai e soldati turchi riuscirono a riparare sulla spiaggia fuggendo a nuoto dalla navi, ma la maggioranza venne uccisa o catturata.
Il nipote, Marco Contarini, assunse allora il comando ma dopo non più di cinque minuti morì anch’egli; gli subentrò Federico Nani, che assieme a Marco Querini gestirono le ultime fasi vittoriose dello scontro sull’ala sinistra.
La furia della battaglia si spostò allora al centro, dove verso le 11 le galee di Don Giovanni, dopo essersi scambiate le prime cannonate con le galee di Alì Pasha, avanzarono con una vogata vigorosa e uniforme, piombando sulle navi turche, con le ammiraglie che deliberatamente puntavano l’una sull’altra.
Moltissime navi si affiancarono, al punto che la linea di combattimento si poteva considerare di circa un miglio marino.
Ad ammassarsi vi erano anche le unità minori che contribuivano a rifornire di soldati la “prima linea”, dove si combatteva un durissimo corpo a corpo con la spada, la sciabola e la scimitarra.
Quattrocento Giannizzari di Alì, armati di picca, attaccarono due volte l’ammiraglia di don Giovanni, la Reale; gli spagnoli restituirono l’assalto tre volte, l’ultima con un intenso fuoco di copertura del Colonna che aveva incendiato la galea di Pertau Pascia, comandante in seconda di Alì.
Fu durante questo terzo assalto che Alì fu colpito dalle schegge di una cannonata, e fu in quel frangente che un soldato di Malaga, vedendolo cadere sul ponte, gli stacco la testa, la mise sulla punta della sua picca e iniziò ad agitarla in alto per infondere coraggio ai propri compagni.
Con l’ammiraglio morto e la sua nave catturata i turchi persero subito coraggio, così molte navi turche cominciarono a cedere lungo tutto il fronte, consentendo a parecchi cristiani di occuparle e saccheggiarle, senza rendersi conto del pericolo poteva provenire dal fianco destro del loro schieramento.
Infatti su questo lato le cose stavano andando decisamente meno bene per i cristiani.
Fine prima parte